Immagina…
Immagina un posto magico, caldo e avvolgente.
Un luogo che racchiude i tuoi pensieri e che ti allontana dalla vita stressante di tutti i giorni.
Un rifugio suggestivo per te e chi desideri avere a fianco.
Rilassante. Rassicurante. Caratteristico.
E come ogni luogo magico è composto da personaggi, che lavorano e che hanno le loro particolarità.
Abbiamo deciso di farveli conoscere meglio!

IMG_0440FIORENZA PANCINO

Arte e persone: Fiorenza Pancino, la ceramista che ha reso caratteristica La Rotonda con le sue sculture, ci racconta la sua arte e il suo modo di vedere il mondo.

Che cos’è per te l’arte?

Questa è la domanda della mia vita.
Io la definisco come un “luogo altro”, è un linguaggio diverso del quotidiano che ti permette di usare lo spazio con pensieri, pulsioni e forze che nel vivere sarebbero negativi e probabilmente dannosi. Ma questo linguaggio li rende materiali, fisici, creando bellezza: l’arte.

Da dove viene la scelta dei materiali? Come ti rapporti con loro?

Mi piace unire la pittura con la scultura, per questo uso spesso la ceramica, perché permette di far uscire istinto e inconscio.
Adoro però lavorare con tantissimi altri materiali: tessuti, carta, metallo, fotografia e video.
I tessuti mi ricordano gli odori e mi riportano al mio vissuto personale, sono la fonte della mia memoria.
La carta per me rappresenta qualcosa di effimero e non duraturo, seppur sempre fragile come la ceramica, che invece nella sua fragilità resiste nei secoli.
Il metallo rappresenta qualcosa di classico, qualcosa di più “maschile” rispetto agli altri materiali. La fotografia la adoro e da ormai 15 anni collaboro con la fotografa Chiara Casanova, che ha immortalato molti dei miei lavori: è un’unione di forme artistiche che mi piace molto e dà grande soddisfazione.
Per quanto riguarda i video sono invece interessanti in quanto forma d’arte per eccellenza di questo secolo.

E dei colori?

I colori nella mia arte hanno un significato ben preciso. Le opere tutte colorate rappresentano quello che tutti noi mostriamo nel sociale, l’immagine, per cui la scelta dei colori dice molto di noi.
Il bianco per me rappresenta l’anima e lo uso spesso quando voglio voltare pagina.
Mentre il nero è l’inconscio, la paura ed i nostri “mostri”.

Abbiamo visto le serie di piatti, unici e particolari, ognuno diverso dall’altro. Immaginazione e fantasia hanno guidato queste opere suppongo, cos’altro serve?

Serve concentrazione e connessione, come diceva Mogol “l’universo ha già tutto, sta agli artisti tener le antenne ben alzate e raccogliere quello che c’è”, ed è quello che faccio.

Cos’hai voluto lasciare al cliente che degusta un cibo prelibato all’interno della tua opera? Cosa pensa secondo te l’osservatore?

Quando ho visto La Rotonda ho pensato subito al luogo, alle persone, ai contatti fra loro, alla loro storia, alle attività, agli sforzi e al duro lavoro di ogni giorno.
Ho pensato alle parole che le persone avrebbero detto ed al cibo che avrebbero mangiato nei miei piatti.
Alle persone vorrei lasciare i loro stessi pensieri e sensazioni, che io ho cercato di tradurre con il mio linguaggio. Ogni persona coglie poi quello che vuole o che può cogliere, in base alla sua formazione culturale, la sua intelligenza e la sua sensibilità emotiva.

Quali correnti o artisti ti hanno influenzata?

Ho studiato, letto e guardato molto, imparando.
Molti artisti e correnti, nessuno in particolare e senza limiti di genere: per me l’arte si ritrova nella vita.

De La Rotonda invece, cosa ti piace di più? Perché secondo te è un posto speciale, cosa lo rende particolare?

Ciò che mi piace si vede nel lavoro che ho prodotto.
Quando sono entrata per la prima volta a La Rotonda mi sono guardata intorno, ho guardato fuori e ho visto le file di ombrelloni, tutte ordinate e tutte uguali, ma ogni ombrellone è in verità diverso. Come i miei piatti, dove ognuno può esprimersi in modo diverso e vedere la propria arte.
Ho guardato poi all’interno e quando ho conosciuto Gian Maria Manuzzi ho pensato subito che fosse come un pirata del mare: lo si può vedere in questo progetto nuovo, in questa “Rotonda cucina sul mare”.
La differenza con altri bagni non è solo di tipo estetico, ma è anche nello spirito di questo bel gruppo di lavoro: probabilmente è proprio grazie a questo spirito che il luogo è tanto bello.
Dentro questo ristorante percepisci la vita vera e le mie opere possono esistere solo dove c’è questa vita vera: dove c’è sia un’estetica che un’anima!